Il successo della kombucha, spiegato

Il successo della kombucha, spiegato

La kombucha fa bene, e questo ormai lo sanno tutti.
Ma la riscoperta delle bevande analcoliche salutari va oltre il mito dello “stile di vita sano” che spopola sui social. Chi siamo poi, Asics? 

Breve riassunto in stile intro di Star Wars: i Millennial hanno ancora un rapporto abbastanza friendly con l’alcol. Secondo un'indagine di Dazed, i Millennial che scelgono di bere meno ma meglio, però senza eliminare del tutto gli alcolici.
La musica cambia se ci spostiamo sulla Gen Z, cioè sui ragazzi nati tra la fine degli anni ‘90 e il primo decennio del Duemila, più alcol scettici rispetto al CDA di Mia Kombucha che, come dire, non disdegna un bicchiere di vino. O una bottiglia. O cinque. 

Comunque, cresciuta a ritmo di TikTok e proteste social(i), la Gen Z ha introdotto fenomeni come il dry dating e termini come sober curious, cioè persone curiose di NON provare a bere – mia nonna direbbe rob de matt, però bravi loro.
Un processo di disintossicazione alcolica favorito anche da un contesto che ha capito l’andazzo e si è attrezzato di conseguenza. 

In tante parti del mondo, infatti, le alternative all’alcol sono sempre di più e sempre più variegate. Acide, dolci, amarognole, e via dicendo. Ma anche molto instagrammabili. O tiktokkabili, visto che parliamo di Gen Z.
Un mercato in crescita vertiginosa, che infatti ha attirato anche Bella Hadid, auto-proclamatasi portabandiera delle
sober curious e co-fondatrice di Kin Euphorics. Niente male la combo Bella e lattina di bevanda cool dalle vibes hollywodiane, ma volete mettere con quel fregno epocale di Tia e una lattina ghiacciata di Mia Kombucha Original? È un no contest facile. 

Chi preferisci? E perché proprio Tia? 

Bella Hadid e una lattina

Mattia e una lattina di Mia Kombucha

E in Italia? Con molta calma, ma qualcosa sta cambiando anche da noi.
Nel nostro piccolo, anche noi di Mia Kombucha stiamo provando a diffondere il verbo. Fiere, eventi, cenette e altri progetti speciali per raccontare chi siamo e dove vogliamo arrivare. Ma soprattutto per fare cultura su quella bevanda analcolica, salutare e senza zuccheri aggiunti che da un paio d’anni si è trasformata anche nel nostro lavoro. 


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